I Romani hanno messo tanta cura anche nell’impianto delle vigne, che disponevano a filari unite ad altri alberi. Due sono le qualità di vino arrivate sino a noi. Una è denominata “S. Nicola”, produce un vino dal gusto amabile e dal bouquet delicatissimo e sembra essere presente solo nella penisola amalfitana e sorrentina e in nessuna altra zona italiana. Le numerose citazioni del vino di Sorrento, nei passi dei vari autori latini che testimoniano la diffusione del prodotto noto come vino secco e forte, si riferiscono probabilmente a questa qualità. Tale produzione stimolò anche alcune iniziative artigianali, ad esempio le anfore ricordate da Marziale e Plinio. L’altro tipo di uva viene denominata “sanginella” e presenta grossi acini fortemente ovali, duri e forniti di una buccia sottilissima. Questi esemplari di viti stanno ormai scomparendo perché i pochi contadini rimasti nei luoghi di origine preferiscono impiantare o sostituire le nuove vigne con il sistema delle barbatelle già innestate, che in breve tempo danno un frutto di qualità superiore ai cosiddetti “maglioni” innestati con il tralcio di “S. Nicola” o “Sanginella”. Oggi i vini della Costa d’Amalfi sono di tre tipi: il Furore, il Ravello e il Tramonti, prodotti nelle rispettive aree di coltivazione. I vini Costa d’Amalfi, bianco, rosso e rosato, ottenuti in vigneti siti nei comuni di Furore, Praiano, Conca dei Marini e Amalfi con produzioni non superiori a 90 quintali per ettaro, per il rosso e rosato, e 100 quintali per ettaro per il bianco, possono essere denominati Furore se immessi al consumo con produzione alcolica non inferiore a 11% e 11,5% rispettivamente. I vini Ravello, Furore e Tramonti rosso, se invecchiati, potranno riportare in etichetta la dicitura riserva. È in queste zone che grazie all’utilizzo delle uve autoctone nascono i vini Doc “Costa d’Amalfi”.
VEDERE, VISITARE, TROVARE: è solo possibile degustare i vini della Costa e vedere sommariamente i vigneti. In occasione della Borsa Internazionale del Turismo tenutasi a Milano nel febbraio 2005 la Comunità Montana ha presentato quella che è stata ribattezzata la strada del vino e che ha come obiettivo la valorizzazione dei centri interni e collinari
OPPORTUNITA’: organizzare delle escursioni guidate nei vigneti allo scopo di far conoscere le modalità di coltivazione della vite e proseguire il tour in una cantina di vini presso la quale si potrebbero illustrare le fasi di produzione del vino anche tramite materiale fotografico e audiovisivo, in modo da ovviare ai lunghi tempi di lavorazione e alla non-simultaneità dei procedimenti. Le visite potrebbero essere accompagnate da degustazioni di vini e prodotti tipici.
BIBLIOGRAFIA:
Falcone Ezio, La tradizione culinaria della regione amalfitana, il garum e la colatura d’alici, in Rassegna del Centro di Cultura e Storia amalfitana, 6 Dicembre 1993, Nuova Serie.
La Costa d’Amalfi, paesaggio di borghi dipinti, iniziativa ideata da Cotur Costa d’Amalfi coordinamento turismo rurale, dicembre 2001.
Salerno Costa d’Amalfi e Penisola Sorrentina, Itinerari srl Piacenza, Dicembre 2002.
Sangermano Gerardo (cura), Minori Rheginna Minor, Storia Arte Culture, Salerno, De Luca Editore, 2000.