diversi sono gli strumenti della musica popolare usati in Costiera Amalfitana:
– la chitarra battente: fu introdotta in Spagna dagli Arabi e diffusa in tutta Europa dalla fine del 1300. È una particolare chitarra con la cassa più alta del normale e più allungata, con il fondo bombato invece che piatto ed un manico più corto. Tale strumento prevede cinque corde e raramente corde doppie, che ne aumentano la sonorità. Ai bordi del foro centrale della cassa armonica è fissato un soffietto di pergamena terminante ad imbuto sul fondo della cassa stessa. La chitarra battente che una volta era diffusissima in Campania, oggi è quasi scomparsa nella tradizione, rimanendo in uso solo in Costiera Amalfitana e in poche zone del Cilento. In Costiera Amalfitana, a Praiano, vive e lavora Pasquale Scala, uno dei più bravi liutai nella costruzione della chitarra battente.
– il putipù, detto anche “caccavella”; è una pentola di terracotta o una vecchia scatola tonda di latta, ricoperta da una pelle. Al centro della pelle è legata l’estremità di una canna. Questo innesto si pratica prima che la pelle venga fissata sulla pentola o sulla scatola. Il suono è prodotto sfregando una pezzuola umida lungo la canna.
– il triccheballache, costituito da tre martelletti di legno fissati, in basso, in una scanalatura di una base sempre di legno. Il martello centrale è fisso, mentre i laterali sono snodati all’estremità inferiore. Lo strumento viene suonato impugnando nelle due mani i martelletti laterali e battendoli contro quello centrale fisso. Il triccheballache ed il putipù sono usati dalle “Bande del Capodanno” per intonare gli inni augurali.
– le castagnette, così chiamate nella tradizione popolare campana ma meglio conosciute come nacchere, sono lo strumento ritmico che accompagna le danze popolari. Questo strumento è composto da due parti concave di legno, a forma di conchiglia, tenute insieme da una cordicella che ne attraversa la parte superiore. Questa cordicella si infila tra uno o due dita, indice e anulare, per permettere il battito. I danzatori fanno schiocchiare questo strumento con un movimento circolare del polso e della mano, per scandire il tempo della danza. È importante evidenziare che le castagnette sono “maschio” o “femmina”, a seconda dell’impugnatura. Nel primo caso lo strumento è impugnato nella mano destra, nel secondo nella mano sinistra. Questo ci riporta ad un’antica simbologia secondo la quale la parte destra del corpo è considerata maschile e la parte sinistra femminile.
– la tamorra o “tammurro” è formato da una grande fascia di legno circolare, ricoperta da pelle di capra ben tesa. La fascia presenta delle aperture rettangolari dove sono collocati dei sonagli ricavati da vecchie scatole di latta che si chiamano “’e cicerre”, oppure “’e cimbale”, oppure “cincioli”. Esiste però anche una tamorra muta, cioè priva di sonagli. Lo strumento si suona impugnando, con la mano sinistra, in basso, l’asse del tamburo e percotendo la pelle con la mano destra. Questo modo di suonare è detto “maschile”, infatti gli uomini la suonano così. Il modo di impugnare lo strumento a destra e suonarlo battendolo con la sinistra è detto “femminile”. La tecnica per suonare tale strumento è molto complessa, sono indispensabili doti musicali e ritmiche e resistenza fisica, in quanto lo strumento va suonato per ore intere senza perdere il ritmo.
Altri strumenti musicali tutt’oggi usati dalle “Bande del Capodanno” sono strumenti folcloristici ricavati da oggetti d’uso quotidiano come “l’antenna” (una vera e propria antenna televisiva a cui sono applicati i cincioli), la caccavella o cantariello (una pentola fissata nel centro del fondo all’estremità di un tubo, all’interno del quale viene fatta scorrere dal suonatore un’asta alla cui cima è fissato il coperchio), il tic tac (due assi di legno tenute insieme da una cerniera; il suono è ottenuto facendo battere tra di loro le assi), il serra serra (due assi di legno dentate a cui sono applicati i cincioli, che vengono suonate facendole sfregare tra loro).
Tutt’oggi a Praiano vi è un artigiano, Pasquale Scala, che ha coltivato sin dagli anni Trenta e Quaranta la sua passione per la costruzione degli strumenti musicali. Egli sin da piccolo frequentava la bottega del padre Raffaele, che era ebanista e musicista, e proprio così iniziò ad aumentare il suo interesse per gli strumenti musicali artigianali. Oggi è un liutaio affermato, conosciuto in Italia e all’estero. Oltre alle normali chitarre classiche, Scala costruisce chitarre battenti, chitarrine e, rifacendosi a modelli originali, strumenti medioevali, rinascimentali e barocchi. Nella sua bottega artigiana sembra che il tempo si sia fermato all’epoca delle ghironde (strumento a manovella), ribeche, vielle: tali bellissimi strumenti sono impreziositi dagli intarsi in legno e madreperla che lo stesso Scala crea per i suoi capolavori, aiutato dal giovane figlio Leonardo, colto dalla stessa passione del padre.
VEDERE, VISITARE, TROVARE: recandosi nella bottega di Pasquale Scala è possibile ammirare alcuni dei tipici strumenti della Costiera Amalfitana. Alcuni strumenti vengono suonati dalle bande locali in occasione di feste e manifestazioni.
BIBLIOGRAFIA: assente
Fonte: www.discede.it, sito web dell’Associazione Discede.