Quando, soprattutto alla fine dell’estate, uno scontro di masse d’aria con temperature diverse determina uno o più vortici d’aria che attirano verso l’alto anche l’acqua del mare, allora sulla Costa d’Amalfi si dice che si è formata una tromba marina.
Questi fenomeni meteorologici sono frequenti e hanno un andamento da O verso l’interno della Costa: sono molto distruttivi e quindi temutissimi dagli abitanti dei paesi costieri perché, se giungono sulla terraferma, allora anche le abitazioni sono in pericolo.
Ma la cultura popolare ha trovato il rimedio nelle capacità dei massimi rappresentanti dell’economia locale: i pescatori.
Chi si dedicava alla pesca, fino a qualche decennio fa, era considerato depositario di conoscenze magiche, forse perché doveva confrontarsi con le forze della natura e non rimanerne sopraffatto: non a caso erano i pescatori le persone in grado di “spezzare” una tromba marina appena si formava all’orizzonte.
Tutti lo sapevano e chi per primo l’avvistava correva dal pescatore che conosceva il rito liberatorio a chiedere l’intervento. Il pescatore usciva in barca, avvicinava la coda del vortice e, dopo essersi segnato per tre volte col Segno di Croce e aver pronunciato una formula di cui era a conoscenza, assolveva al compito per cui era stato chiamato. Non tutti i pescatori erano in grado di assolvere a questo compito, infatti occorrevano due caratteristiche che rendevano questi personaggi “speciali”: il non essere stati battezzati e l’avere lunghi baffi rivolti all’insù.
La spiegazione di queste due particolarità è difficile da rintracciare: la mancanza di Battesimo potrebbe ricollegarsi alla necessità di essere estranei alla visione teocratica della natura, cioè appartenere ad un’altra sfera spirituale al di fuori della missione salvifica cristiana (anche se in questo caso resta da spiegare il triplice Segno di Croce); i baffi, invece, sono spiegabili se li riteniamo una sorta di antenne rivolte verso l’alto, verso cioè un altro mondo da cui provengono misteriosi poteri.
Le trombe marine venivano spezzate però anche da pescatori battezzati (e di questo esiste la certezza perché l’ultimo rappresentante di questa particolare “categoria” conosciuto da tutti per queste sue capacità è scomparso solo da pochi anni) ed esistono ancora testimoni di eventi meteorologici che, dopo essersi formati all’orizzonte, improvvisamente mostravano prima un assottigliamento della parte finale e poi la rottura: nei racconti dei nostri nonni era stato un pescatore del luogo ad operare la rottura e a salvare l’intero paese da danni sicuri.
Sicuramente ci sono spiegazioni scientifiche per l’evoluzione di questi eventi naturali, ma per tutti era ed è ancora rassicurante ritenere che vi sono persone tra i propri concittadini capaci di risolvere situazioni che sono al di fuori del normale controllo umano.
VEDERE, VISITARE, TROVARE: è possibile venire a conoscenza di queste leggende solo chiedendo agli abitanti del posto
OPPORTUNITA’: ad opera degli enti turistici locali potrebbe pubblicarsi un opuscolo nel quale raccogliere tutti i miti e le leggende della Costiera amalfitana. Simile patrimonio, prettamente immateriale, per essere compreso dai visitatori necessita di un’interpretazione e di una presentazione particolarmente attente ed accurate.
BIBLIOGRAFIA: assente. Sono state impiegate fonti orali.