L’area che coincide con la parte sommitale del Monte Aureo, comprendente la torre detta dello Ziro, rappresenta un’interessante attestazione della presenza di siti in grotta con finalità cultuali. Il sito più conosciuto al momento di intraprendere la ricognizione per il progetto di “ catalogazione dei siti rupestri in Casta d’Amalfi ” voluto dalla Comunità Montana “Penisola Amalfitana”, era senza alcun dubbio quello chiamato “del Salvatore”, in grotta sul versante amalfitano del monte, rilevato e studiato dal Prof. Caffaro, che risultava un’unicità da inserire in un discorso più ampio della frequentazione da parte dei monaci basiliani in Costiera Amalfitana. Il rinvenimento di altri siti, invece, rende ancora più interessante l’area, in quanto qui è possibile ipotizzare un’evoluzione di impianto dal singolo sito fino alla costituzione di una “laura”. Dovendo procedere ad una semplificazione descrittiva si preferisce parlare almeno di tre fasi, identificate nelle ricognizioni, fasi che non corrispondono a periodi cronologici successivi, ma a tipo di insediamento. Lungo il pendio che affaccia sul comune di Atrani, infatti, è possibile identificare un sito in grotta, lungo il sentiero che conduce allo spiazzo della torre dello Ziro, sito che attesta un insediamento di prima fase: non risultano pitture sulle pareti, ma un semplice adattamento della cavità naturale attraverso una regolarizzazione del piano di calpestio e la costruzione di un muretto basso, di cui sopravvivono pochi resti, nella parte più profonda della cavità. A questa stessa fase devono, molto probabilmente, attribuirsi le cavità presenti alla base della torre dello Ziro, sempre sul versante di Atrani, cavità non raggiunte dalla ricognizione, ma che sembrano rivelare solo un adattamento dell’accesso mediante la costruzione di piccoli muri all’esterno (queste cavità, come una posta in parete nella zona sovrastante la Chiesa di S. Maria del Bando) appaiono oggi meno accessibili di un tempo quando (questo potrebbe far pensare ad un periodo antecedente all’XI secolo) il versante del monte non era stato regolarizzato in alcuni punti dalla costruzione dei terrazzamenti, regolarizzazione che deve aver isolato in parte questi siti (la strada di accesso che si vede, non più praticabile, deve essere stata costruita quando i siti cominciarono ad uscire dall’isolamento voluto della fase iniziale, evoluzione che dovette determinare anche la loro fine). Ad una fase intermedia possiamo ascrivere la grotta detta di “Masaniello”, in cui è attesta un attività più ampia e consistente di modificazione della cavità naturale, compreso un ampliamento del piano di quello che va a configurarsi come il secondo livello della cavità e la creazione di vasche , nonché di un’attività di trasformazione (i resti della decorazione attestano una frequentazione più matura) che dovette dare come risultato una piccola cappella o comunque un luogo di residenza più organizzato (i crolli e la mancanza di testimonianze scritte dell’esistenza di qualcosa in questi luoghi devono aver cancellato la memoria del sito molto presto); sempre a questa fase si può ricollegare la grotta “del Salvatore”, che presenta la decorazione pittorica meglio conservata perché interessata da meno crolli, e quella dei Santi, nella zona più bassa del versante del Monte Aureo, sito rilevato e ben conosciuto. La fase successiva è rappresentata invece dal Monastero dei Santi Ciriaco e Giuditta, collocato nella zona del comune di Atrani e precisamente ai piedi del pendio del Monte Aureo, e la Chiesa di S. Maria del Bando, la cui fase costruttiva attuale è sicuramente più tarda , ma che con la presenza della capiente cisterna sottostante, con una posizione in stretta dipendenza dalla roccia retrostante e la cornice di siti circostanti, sicuramente in origine doveva essere un romitaggio di tipo basiliano, forse da ricollegare alla fase intermedia (il fatto che qui sia stata costruita la chiesa è da spiegarsi con la più facile accessibilità e con la scomparsa del monastero dei SS. Ciriaco e Giuditta).
Per concludere, il sito del Monte Aureo, da considerarsi unico per frequentazione, merita approfondimento soprattutto nelle cavità non raggiungibili se non mediante una via ferrata.
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