La cappella, a pianta rettangolare, è stata costruita, almeno nella fase edilizia finale non più tardi del XIX sec., nell’ampia cavità ora sulla parete E del profondo vallone, detto “del Cieco”, che presenta numerose grotte lungo tutta la sua estensione. La cavità maggiore nella zona più vicina al mare accoglie questa piccola cappella.
La struttura, coperta da volta a botte con cassettonato pseudo stelliforme a stucco, è ad unica navata con il presbiterio rialzato di un gradino rispetto al resto della cappella; l’altare preconciliare, ora completamente distrutto dagli enormi massi staccatisi dalla roccia sovrastante e penetrati nell’ambiente attraverso la copertura, è sormontato da un affresco riproducente la Vergine in trono con il Bambino sulle gambe, di ispirazione bizantina e con i particolari del viso rilevati a stucco. Sul lato E della cappella si apre la piccola porta che immette in un ambiente che doveva fungere da sacrestia. Questo vano a pianta ad L si allarga leggermente a S determinando una curva verso E dove trovano posto tre alti gradini, di cui l’ultimo presenta un foro. La parete E è completamente in muratura e sembra costituire la parte esterna di una alta vasca (la vasca-cisterna dovrebbe occupare la porzione di spazio tra la parete in muratura e la roccia, ma non è stato possibile accertarne la reale esistenza). Una finestra triangolare sormonta la porta di ingresso alla cappella, il cui pavimento è in maioliche di non grande pregio.
L’esterno della cappella è a capanna e la parete O è decorata da un affresco riproducente San Cristoforo, da cui deriva il nome la struttura. Sulla copertura, nell’angolo NE, è possibile vedere ma non raggiungere un piccolo muro in mattoni di tufo giallo che sembrano determinare una piccola vasca di accumulo dell’acqua che scaturisce dalla roccia sovrastante.
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