Situata accanto al Santuario di Santa Maria del Bando, la “Grotta di Masaniello” secondo la tradizione sarebbe stato l’ultimo rifugio del capopopolo napoletano, la cui madre era Antonia Gargano di Atrani, prima di essere ucciso nell’attentato del 16 luglio 1647, avvenuto nella chiesa del Carmine di Napoli. La sottostante abitazione, anch’essa dalla caratteristica colorazione bianca, posta in una pittoresca posizione, come la chiesa del Bando, sarebbe stata la casa della famiglia materna di Masaniello, raffigurata nei disegni dei pittori tedeschi del Grand Tour (Casa di Masaniello).
La parete rocciosa prossima alla cosiddetta “Grotta di Masaniello” ha regalato interessanti sorprese sia dal punto di vista geologico che antropico. Nel corso di lavori di pulizia degli arbusti e delle erbacce, eseguiti dal gruppo che si occupa della manutenzione del Santuario di Santa Maria del Bando dal 1999, effettuati nell’area dei terrazzamenti, nel terreno scosceso antistante uno degli anfratti, si sono rese ben evidenti due grotte interessate dalla presenza di stalattiti e stalagmiti; sono stati rinvenuti, inoltre, diversi cocci di terracotta, nonché una serie di piccole lucerne invetriate di verde, segno della presenza dell’uomo in queste grotte. Appaiono, altresì, tracce di un insediamento eremitico, forse attrezzato anche con un luogo di culto di epoca altomedievale.
Al momento l’area in questione è stata interdetta e la Soprintendenza ha assicurato il proprio coinvolgimento, in quanto invierà un’equipe di studiosi che possa procedere all’analisi dei ritrovamenti e a un’esatta interpretazione e datazione degli stessi. E’ probabile che in quegli anfratti sia vissuto per un certo tempo, nel 982, S. Saba da Collesano con altri monaci eremiti orientali e che ivi abbia costruito un oratorio. Durante la sua permanenza avrebbe risuscitato un bambino, figlio di un prete residente al di sotto delle grotte, mediante l’applicazione di un olio santo (Professore Giuseppe Gargano storico medievalista).