Le alici

Cetara - Cultura

Le alici, pescate in abbondanza nel periodo estivo, per essere conservate a lungo erano poste sotto sale secondo una procedura che era quasi un rito e che coinvolgeva tutta la famiglia. Il capofamiglia, solitamente pescatore, portava le alici non a casa, ma sulla spiaggia, dove la moglie provvedeva a pulirle e a lavarle nell’acqua di mare per poi porle in un contenitore di coccio secondo uno schema a raggiera, alternate a strati di sale. I bambini, infine, dovevano raccogliere i sassi adatti per far peso come chiusura del barattolo. Solo d’inverno, dopo una lunga maturazione, le alici erano pronte (di solito l’inaugurazione del prodotto avveniva nella “minestra mbuttunata” – scarola, uva passa, olive, aglio e alici salate -, piatto della vigilia di magro a Natale) e di queste niente veniva buttato: il liquido di maturazione, la famosa colatura, plebeo discendente del più nobile garum di Roma antica, era raccolto in bottiglie ed utilizzato per condire la pasta di altri pranzi. Oggi le alici vengono utilizzate tanto come antipasto (alici marinate) che come condimento di primi e secondi.

VEDERE, VISITARE, TROVARE: è possibile acquistarle presso i negozi del posto.

SUGGERIMENTI: in collaborazione con l’Associazione Gli Amici delle Alici si possono organizzare corsi e dimostrazioni per presentare le modalità di preparazione delle alici. Soprattutto a Cetara, si potrebbero valutare forme di pesca-turismo per consentire ai visitatori di uscire con i pescherecci e le barche per assistere alla pesca, o pescare essi stessi.

BIBLIOGRAFIA:
Minori Rheginna Minor, Storia Arte Culture, a cura di Gerardo Sangermano, De Luca Editore, Salerno, 2000.

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