The terraced gardens

Costiera Amalfitana shows a landscape which is the result of the change occurred during last centuries to adapt difficult topographic conditions to survival necessities. The most spread instrument for this change has been the terraced garden of slopes.

Coinciding with the period of greatest fortune of Amalfi Dukedom, the changing left an inestimable heritage of technical knowledge which allowed to carry on agricultural activity till today. Visiting terraced gardens in each municipality of the site allows the interested visitor to get in touch not only with a kind of agriculture which is defined heroic for its difficulties but also with a world of knowledge which is passed on unchanged during centuries.

Nowadays agricultural practices are the same of those of XI-XII century and positive and negative changes that today still occur are the demonstration of a continuous interchange between man and environment. Bad practices which in some areas caused neglected terraced gardens or of supporting elements to agriculture activity (aqueducts, storage tanks, arbours) demonstrate how the loss of agricultural terrain coincide mostly with the loss of traditional know how.

The door of the itinerary, in Ravello, allows to enter into the terraced garden world of goods both well neat and partly abandoned.

The itinerary is practicable through movements by own car along the 163 state highway which from Vietri sul Mare reaches Positano crossing Maiori, Amalfi, Conca dei Marini, Furore and Praiano and making a deviation to Nuova Chiunzi street which from Maiori brings to Tramonti, Ravello and Scala, or using public means of transport, changing in the principal resorts of the Coast. Once reached the municipality it is necessary to walk along the ancient streets which allow to reach the terraced areas.

I TERRAZZAMENTI
“in competizione con la Grande Muraglia Cinese”“in competizione con la Grande Muraglia Cinese”

l paesaggio della Costiera amalfitana è stato modellato dall’uomo non con la sola costruzione di edifici di pregevole valore artistico, ma soprattutto tramite la realizzazione dei terrazzamenti per cercare di aumentare la superficie coltivabile. Il terreno dei terrazzamenti è mantenuto da mura di contenimento (macere) realizzate con la tecnica “a secco” senza uso di cemento che richiede notevole abilità nel taglio delle pietre, nella posa e nel calcolo delle pendenze. Uno studio del 2010, nell’ambito della redazione del Piano di Gestione del Sito Unesco Costiera Amalfitana, ha stimato l’estensione lineare delle macere in Costiera Amalfitana in circa 4.000 km che ben regge il confronto con quella della grande Muraglia Cinese, di circa 6.000 km! L’utilizzo dei terrazzamenti è stato intenso a partire da metà dell’Ottocento, quando l’agricoltura amalfitana ha avuto uno dei suoi momenti più prosperi con la sua affermazione anche sui mercati europei, in particolare con il commercio dei limoni. Già alla fine degli anni ‘30 l’agricoltura amalfitana incominciò il suo declino, con un’ulteriore forte riduzione dopo la Seconda guerra mondiale a causa dei notevoli costi di produzione e della crescente competitività con altri paesi del Mediterraneo. Tutto questo si tradusse, negli anni ’50 e ’60, in una generale contrazione della superficie coltivata per l’abbandono dei terrazzamenti e in una progressiva trasformazione urbanistica della costa, sempre più orientata verso il più proficuo settore alberghiero e turistico. Questi fenomeni si associano nel determinare una profonda modificazione del paesaggio culturale della Costiera amalfitana, che rischia di perdere il suo fascino spettacolare. Visitare le aree terrazzate di Ravello permette di entrare in contatto non solo con un tipo di agricoltura che per le sue difficoltà è definita eroica ma anche con tutto un mondo di saperi che si tramanda immutato da secoli. Le pratiche agricole di oggi infatti sono sostanzialmente le stesse del XI-XII secolo e le trasformazioni positive e negative che ancora oggi avvengono sono la dimostrazione di un continuo interscambio tra l’uomo e l’ambiente.

Le tecniche utilizzate per la costruzione delle macere consistono in un patrimonio di regole e di esperienze non codificate e che rischiano di scomparire. Rimangono ancora nella memoria degli ultimi artigiani/contadini che le hanno apprese dai loro maestri e applicate in decenni di lavoro.

TECNICHE E FASI DI REALIZZAZIONE DELLE MACERE

  1. Innanzitutto si scavava il terreno fino a trovare la roccia dura.
  2. Contemporaneamente si procedeva a preparare le pietre, che dovevano essere, innanzitutto, tagliate. Questa operazione, detta tozzatura, era effettuata con un martello a punta. Le pietre dovevano essere ridotte nella forma più regolare possibile. Erano scartate le pietre rotonde. Il manovale si occupava di tagliare e preparare le pietre che poi erano messe in opera dal muratore.
  3. Le pietre dovevano essere sistemate in modo tale da risultare ben collegate tra loro. Per i paramenti, le dimensioni delle pietre non dovevano essere inferiori a 20 cm, con le facce regolarizzate a punta e martello in modo da realizzare il migliore combaciamento possibile. La pietra piatta, pertanto, non andava mai sistemata in piedi a facciavista, ma sempre stesa in posizione orizzontale, tale da toccarsi con la pietra sistemata sul lato opposto.
  4. Si procedeva per strati. I vuoti tra pietra e pietra erano riempiti con pietre più piccole, briccio e materiale di risulta mescolato a terra. Ogni strato era battuto a lungo con il martello.
  5. Le dimensioni tipo delle macere erano di 50-60 cm di larghezza, erano costruite con una battuta o pendenza del 5-10 %, inclinate verso l’interno, per aumentare la stabilità del terreno. Pertanto le pietre nella parte anteriore erano sistemate leggermente oblique ed in modo da creare delle zeppe precise, la parte posteriore doveva essere, invece, a piombo con i vuoti perfettamente riempiti.
  6. Il processo di battitura in una muratura a secco era il più importante, perché il muro per reggersi doveva essere ben assestato.
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