La struttura del Piano
Per riattivare il processo che ha generato il Paesaggio Culturale (PC) “Costiera Amalfitana” si rende necessario:
a) Recuperare la conoscenza sia dei valori esistenti sia dell’impatto delle attività che ciascun stakeholder intende realizzare;
b) Ripristinare le condizioni di convenienza diretta ed indiretta delle azioni compatibili con il sistema.
Sono stati questi i due fattori “culturali” che hanno determinato la vision su cui è stato impostato il PdG e che sono diventati i criteri guida su cui è stato costruito il “piano” e che ne definiscono la mission.
Le Linee Guida del MiBACT forniscono indicazioni sui percorsi di definizione degli interventi più adatti alle specifiche condizioni locali, ma non affrontano sul piano teorico e metodologico la questione del modello di governance. Viene chiarito che “il piano non dovrà essere uno strumento centralizzato di progettazione sociale, ma piuttosto un insieme flessibile di regole operative, di procedure e di idee progettuali, che coinvolgono una pluralità di soggetti e posseggono natura “epigenetica”, sono cioè in grado di evolvere e recepire aggiornamenti e modificazioni con il cambiare delle circostanze e l’evoluzione dell’ambiente al quale si rivolge” (LG2004, pag. 7).
Riattivare il processo di evoluzione intelligente e compatibile del sistema comunità-territorio “Costiera Amalfitana” “regolato” dalla conoscenza diffusa degli effetti degli interventi, singoli e cumulati, e alimentato dal ripristino della convenienza delle singole trasformazioni sulla base di informazioni e scenari elaborati da una struttura tecnica permanente, la Struttura di Supporto alla Decisione, significa superare la logica delle procedure (come va progettato un intervento, come va finanziato, approvato ecc.) e proporre invece una logica di processo (come si assumono decisioni di breve o lungo periodo, chi se ne fa carico, come se ne valuta l’impatto).
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